In Search of Unicorns [In cerca degli Unicorni] di Susannah York
Il film inizia con una lunga lettura da parte di Cathryn (Susannah York), dal libro In cerca degli Unicorni, scritto appunto dalla York stessa che oltre ad essere la protagonista è anche la sceneggiatrice del film.
Capitolo primo
Tutto a un tratto una notte venne la primavera, come se arrivasse correndo dai più lontani confini della terra, subito cominciò a spargere su tutta l’Omalia la sua pioggia di colori e di tenere gemme. Riempì di uova i nidi degli uccelli, mentre le api ronzavano, i mammut trotterellavano felici e i prati risuonavano di canti e di promesse d’amore. Nel profondo della sua caverna il re Ercole Biondabarba signore di tutti gli Uni si risvegliò brontolando si stirò pigramente e scese giù dal letto dal lato sbaglioto. Avreste dovuto sentirlo le sue imprecazioni raggiunsero il cielo.
Ulna vide la figura di questa rara creatura ed è perfetta con il collo arcuato e con un solo corno sottile ‘re Ercole’ gridò, ‘re Ercole’, ‘Guarda che cos’è?’ Ercole si volto a guardare ‘Per il cielo’ esclamò ‘E’ un unicorno’. Ulna tremava come una foglia il suo viso divenne più bianco del suo unicorno.
Sette enormi farfalle le passarono ronzando proprio davanti al viso e avevano gli occhi come stelle e le ali celesti e splendenti. Allora Ercole cominciò a tremare perchè sembrava che anche lui ronzasse, come le farfalle come se una di esse gli fosse volata in gola.
Il cerchio di pietre era avvolto dal silenzio e non c’era un alito di vento, tuttavia l’albero sacro oscillava come se fosse sbattuto da una tempesta, dal suo tronco proveniva un singhiozzare soffocato come se una creatura prigioniera stesse tentando invano di uscire.
Pioveva, un’acquazzone improvviso e torrenziale, al riparo nel suo nido rosa, Ombretta stava comodamente sorbendo un te con Eriberto, ‘Questo tempo dovrebbe trattenerti, non è vero mio caro Eriberto?’, ‘No cara, non credo che morirò di polmonite solo per essere uscito in una notte piovosa’
Nella buca l’acqua era già salita su fino alle ginocchia di Ulna, ‘Maledizione che seccatura scommetto che affogherò’
D’improvviso un rumore come di uno scroscio attraversò la foresta sempre più vicino, poi Ulna udì il barrito di Ammot il mammut. ‘Ercole, Ercole. Aiuto, tirami fuori’. In un lampo il signore degli Umbs smontò di sella e si sporse sul bordo della buca protendendo verso il basso il suo lungo braccio mentre la pioggia continuava a scrosciare. ‘E’ tutto inutile’, sospirò Ulna, ‘Non vedo più niente nemmeno la tua mano. Sto troppo in basso.’
Si ascolteranno altri lunghi passi tratti dal libro durante le scene successive, letti da Cathryn in varie situazioni.
Inizio. Tanto tanto tempo fa, mentre l’antica dea della storia stava scrivendo con la sua calligrafia lenta e tremolante il più paradisiaco spirito dell’universo le fece cadere dal dito, come se fosse uno smeraldo, la bella terra degli Uni: l’Omalia. Essa andò a cadere molto lontano attraversando cieli e cieli fino a fermarsi nel cuore del grande continente. A nord dell’Omalia c’è Golt, a sud c’è Gon a est ed ovest ci sono molte altre terre ma nessuna è bella come la terra degli Uni.
Gli Uni come saprete sono gente molto piccola, litigiosi ma pacifici, paurosi ma a volte coraggiosi, felici o tristi come lo sono sempre stati i bambini. Essi abitano caverne o piccole case di pietra e indossano pesanti pellicce di orso, vivono di caccia e di pesca e coltivano la terra e sulle pareti delle loro case dipingono cose stupende. Ma ciò di cui non si può essere sicuri con un Uno è la sua età, alcuni infatti appena nati già sembrano dei vecchietti, altri che sembrano avere cinque o sei anni ne hanno invece trecento, ma poichè in Omalia nessuno sa contare il problema dell’età non esiste. Io credo di poter cominciare, mormorò la saggia dea della storia, e si avvicinò a un grande scaffale ricolmo di vasetti pieni di sangue di mammut poi tornò indietro con un foglio nuovo, intinse la sua penna d’oca e ricominciò a scrivere. Nel cinquantanovemilatrecento dieci, l’anno degli Uni, la primavera giunse di notte proveniente dagli estremi confini della terra …
Ed Ercole vide una pietra verde perfettamente ovale non più grande di un uovo di usignolo ‘Oh mio Dio non può essere’ gridò Ercole, ma invece era proprio così. Le pietre pensanti sono rarissime persino in Omalia, e quasi mai nessuno riesce a trovarle. Esse sono magiche, possono aiutarti in molti modi come ad esempio, ad esempio facendoti ricordare quanti pasticcini hai mangiato prendendo il te o dove hai lasciato la tua lancia, oppure non so facendoti scrivere un poema …
Cos’è esattamente un’anima essi si sedevano attorno al fuoco aspettando che il pesce si arrostisse ed Ercole disse: ‘Diavolo è semplice’, perchè pensava che tutti sapessero cos’è un’anima “beh un’anima è … beh è … un’anima è …”. Per la prima volta da quando l’aveva trovata Ercole desiderò ardentemente vedere in mano una pietra pensante. Non potrebbe essere una specie di pantofola, disse Ulna. Si una pantofola oppure un alberello o un uccello o un pesce. Insomma vedi un’anima, un’anima è un’anima ti fa come l’alba come gli alberi come i miei poemi i flauti le campane le conchiglie è come gli uccelli la primavera gli unicorni e …
Si udì un lamento soffocato e dal petto di Ulna uscì un uccellino blu che subito volava sul fuoco sacro e si mise a volteggiare sulle fiamme, ma era Ulna che sentiva il dolore come se quelle fiamme le stessero bruciando il cuore. Capì che l’uccellino blu era sempre stato parte di lei chiuso in lei da sempre e provò una tremenda angoscia per averlo perduto. Oh la mia anima, la mia anima, ridatemi la mia anima.
Ercole si era abbandonato e stanco, tra i suoi pennelli e i suoi colori, la dea dell’abbondanza dipinta di fronte a lui sulla parete sorrideva beata, anch’egli sorrise come in sogno. Le sue lunghe gambe lo portavano correndo per valli e colline attraverso fiumi e ruscelli finchè in lontananza davanti a se egli scorse un cespuglio fiammeggiante. Ercole si avvicinò correndo a quel fuoco finchè il suo viso non sentì il calore delle fiamme. Allora uno spirito celeste si alzò dal fuoco. Cosa stai cercando Ercole? – Il desiderio del mio cuore – egli rispose. Corri, corri ancora lo troverai – disse lo spirito, e la sua voce parve un tuono.
E un giorno Ulna usci dalla foresta. Oh le colline si scansavano davanti ai suoi piedi. Il cielo, il cielo splendeva come un tappeto di fiordalisi. Quanto spazio, che pace, che silenzio. Il mare, il mare la bagnava tutta, le gocce splendevano sulla sua pelle come cristalli al sole. L’aveva mai visto prima? Ci si era mai tuffata? Ulna non se lo ricordava si voltò indietro e sulla spiaggia attraverso le lacrime che le riempivano gli occhi vide un unicorno che si avvicinava …
Unicorno, mormorò Ulna e gli tese le braccia mentre le lacrime le rigavano le guance. Unicorno, addio e grazie, grazie di essere mio. Unicorno abbassò la testa fino a toccare la neve con il corno. Poi li guardò allontanarsi sempre più sempre più fino a scomparire poi si voltò e tornò nella foresta. Allora l’antica dea prese il grosso libro e lo pose sul tavolo e con la sua mano tremante scrisse alla ricerca degli Unicorni, … fine.
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