C’era una volta in America, regia di Sergio Leone, 1984
♦ Martin Eden di Jack London
Martin Eden è il libro che David “Noodles” (Scott Tiler) legge, da ragazzo, al gabinetto.
In una scena successiva la giovane Deborah (Jennifer Connelly) recita a Noodles parafrasandolo un passo fra i più belli della Bibbia, il Canto dei Cantici.
I versi di Deborah
il mio diletto è candido e rosato,
le sue guance sono oro sopraffino,
il suo collo è uno stelo soavissimo,
anche se non se lo lava dalla Pasqua passata,
i suoi occhi sono occhi di colomba,
il suo corpo risplendente avorio,
e le sue gambe sono due colonne di marmo,
in calzoni così luridi che stanno in piedi da soli;
egli è tutta una delizia,
ma sarà sempre un teppista da due soldi,
perciò non sarà mai il mio diletto,
che peccato
I versi della Bibbia
Il mio diletto è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra mille e mille.
Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli grappoli di palma,
neri come il corvo.
I suoi occhi, come colombe
su ruscelli di acqua;
i suoi denti bagnati nel latte,
posti in un castone.
Le sue guance, come aiuole di balsamo,
aiuole di erbe profumate;
le sue labbra sono gigli,
che stillano fluida mirra.
Le sue mani sono anelli d’oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo petto è tutto d’avorio,
tempestato di zaffiri.
Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d’oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è il mio diletto, questo è il mio amico,
o figlie di Gerusalemme.
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